tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

venerdì, maggio 07, 2021

 

 

il primo giro in bici dopo questo lungo ed estenuante inverno in realtà è poco più che una timida sgambata, costretta da nuvole che mi osservano minacciose e dallo scarso allenamento a non spingersi oltre i confini della città. ci sono comunque campi e colline, un piccolo ruscello, scoiattoli e cavalli, e una vecchia fabbrica dismessa, per metà diroccata e per metà trasformata in museo. ci sono le case in costruzione per gli abitanti di domani, e quelle appena costruite, nei nuovi quartieri che si espandono intorno allo stadio e all'ippodromo, fino a qualche mese fa lavoravo qui vicino e non li avevo mai visti, mi chiedo quando li abbiano tirati su. incontro uno che conosco e parliamo proprio di cantieri, questa città ne è piena, mi dice, e non finiscono mai, e io penso che forse siamo tutti dei cantieri, lavori in corso che si trascinano interminabili, lenti e faticosi ma anche impazienti di riempirsi di futuro.
proseguo il giro e mi imbatto in una colonnina piena di libri, ce ne sono parecchie disseminate per la città, mi piace molto curiosarci dentro perché sono piene di sorprese e perché raccontano bene una certa idea di condivisione, da noi l'allergia per il concetto di cosa pubblica le farebbe durare lo spazio di un mattino. trovo un vecchio libro in italiano e una panchina al sole e leggo alcuni brevi racconti, parlano per lo più di di attesa della morte, e mi lasciano il riverbero di un mondo che non esiste più. adoro leggere all'aperto, la possibilità di farlo segna da sempre lo spartiacque fra il letargo invernale e la tanto agognata bella stagione, che però qui non è ancora arrivata. il vento gelido di maggio è una fastidiosa incongruenza che mi costringe a tirare su il bavero e stringermi nello scaldacollo, il sole è sempre una falsa promessa e ho ancora addosso i guanti.
le nuvole diventano più scure, e decido di avviarmi verso casa. la pandemia e l'inverno mi hanno lasciato sulla pelle una patina di pigrizia e sorda indolenza che non riesco a grattar via. f

csxqp: giorgio canali e rossofuoco - "nuvole senza messico"

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