un paio di settimane fa sono tornato a berlino, e mi è sembrata un po' triste e molto grande, proprio come in quella vecchia canzone a cui sono molto affezionato. spazi immensi, intorno a immense cicatrici. la verità è che quelle ferite non si sono mai rimarginate: c'è ancora il triste gioco degli oppressi e degli oppressori, e ci sono ancora le guerre, assurdi, insensati e inopportuni anacronismi. la memoria corta del mondo mi fa cadere le braccia, non ha imparato davvero niente, e cammina sempre in equilibrio su un filo pericolosamente e irrimediabilmente instabile. casa, cibo e libertà sono una fortuna, e a volte provo a non dimenticarlo.
ho un problema all'occhio sinistro, improvviso come un lampo che anticipa un temporale, uno spavento non risolto. mi hanno detto che c'entra l'età, quella maledetta, come in un accenno di barba bianca, e in quella ruga che ieri non c'era. la situazione si è stabilizzata e l'allarme sembra essere rientrato, ma anche il mio corpo, come il mondo, mi sembra a volte in equilibrio instabile e precario. va bene così, l'unica alternativa al crollo è lo sgretolamento, il problema è che nessuno ti avverte mai quando cade giù un pezzo.
teniamoci stretti, sempre, l'aria, il sole, il pane e le persone che amiamo, ciò che ci fa sorridere le ossa e illuminare il cuore, e fanculo a tutto il resto. f
csxqp: lucio dalla - "disperato erotico stomp"
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