tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

martedì, gennaio 07, 2025

 

 

si, lo so, non ve lo sapete spiegare, sembra assurdo anche a me: sono dannatamente lento, ho la goffa reattività di un bradipo nei movimenti e in qualsiasi gesto della quotidianità, sono temporeggiatore e indolente in ogni decisione della vita, eppure, incredibilmente, mi sono appassionato a qualcosa che ha nella rapidità e nella destrezza la sua ragion d'essere.
ebbene si, da un po' di tempo a questa parte mi è venuto il pallino dello speedcubing, ovvero quella disciplina che si propone  di risolvere il cubo di rubik nel minor tempo possibile. la passione nacque qualche anno fa, quando vidi un documentario sull'argomento e ne rimasi folgorato, e passai diverso tempo a chiedermi: ma come diavolo fanno? al di là del cubo in se, che è un oggetto decisamente affascinante, mi parve di scorgere in quel frenetico turbinio di colori una genialità assoluta e inavvicinabile di pensiero e azione, di cervello e dita, che mi lasciò letteralmente a bocca aperta. nel tentativo non dico di capire quella genialità, ma almeno di intuirla, mi cimentai con il metodo per principianti (da qualche parte su questo blog trovate un vecchio post su quell'esperienza, che probabilmente dice più o meno le stesse cose di questo che sto scrivendo).
non me lo so spiegare nemmeno io, cosa mi abbia veramente affascinato: forse l'idea di saper trovare sempre un ordine nel caos, (un caos particolarmente caotico per giunta, fatto da 43 miliardi di miliardi di possibili permutazioni diverse), o il piacere rilassante di avere qualcosa in mano da muovere per rilasciare stress ed energie negative. forse mi colpì molto rendermi conto che i muscoli delle dita ricordano molto bene quello che il cervello poi dimentica, o forse ancora giocò un ruolo decisivo il desiderio di conoscere il cubo per utilizzarlo nel fare magia (altra bislacca passione che mi porto dietro da qualche anno a questa parte). non saprei, fatto sta che col tempo ho perfino imparato ad aprirlo, a regolarlo, a lubrificarlo, mi sono cimentato con alcune delle sue infinite varianti, e sento il bisogno di portarmelo dietro ovunque vada.
ne riparlo ora, di questa passione per il cubo, perché soltanto da poco sono finalmente riuscito a imparare una prima versione del metodo avanzato, che utilizza algoritmi più eleganti e soprattutto molto più efficienti, e porta benefici innegabili sui tempi di risoluzione. tranquilli, non c'è rischio che mi smentisca, lento ero e lento rimango, i miei tempi non sono decisamente un granché, però devo ammettere che la cosa mi ha dato davvero un'enorme soddisfazione, soprattutto perché prima di riuscirci ci ho provato mille volte, e mille volte ho gettato la spugna in preda alla frustrazione (non ce la posso fare, è tutto troppo complicato, ma che ti credevi, mi dicevo, e in realtà dicevo anche maledizione signor rubik, al diavolo te e la tua invenzione, cose così, insomma ero molto scoraggiato). poi è scattato qualcosa, quasi all'improvviso, e ce l'ho fatta a padroneggiare il tutto, non ci avrei davvero più scommesso, ed è stata una bella sensazione: quell'inebriante scossa di entusiasmo che accompagna sempre l'imparare cose nuove, anche se piccole o inutili come questa. nel riuscirci però ho trovato un'ulteriore conferma che non c'è nessun tipo di genialità in ballo: ora che ho capito il meccanismo che ne sta alla base quello che mi lasciava a bocca aperta in una risoluzione di pochi secondi continua ovviamente a lasciarmi a bocca aperta, ma per motivi diversi: chi ci riesce non è un genio, ma uno maledettamente e straordinariamente bravo.
così mi sono perfino riproposto di cimentarmi, prima o poi, con la risoluzione del cubo da bendato, che fino a poco tempo fa, da profano, mi sembrava un'abilità quasi ultraterrena appannaggio di poche menti elette, e invece si basa su un metodo forse intricato ma fattibile, certo complesso, ma molto più semplice di quanto mi sarei mai aspettato.
scrivo tutto questo solo per esprimere un pensiero che mi viene in mente ogni volta che faccio progressi con qualcosa, un piccolo promemoria che cerco di non dimenticare e che non mi stancherò mai di condividere: probabilmente non c'è davvero nulla che con un po' di allenamento o dedizione non si possa fare, o imparare, o comprendere. che si tratti di scrittura, disegno a mano libera, giocoleria con le clave o fisica subatomica, se c'è qualcosa che vi entusiasma ma che non avvicinate per paura di non essere all'altezza, beh state commettendo un errore, e vi sottovalutate ingiustamente: tutto è alla portata di tutti, a patto di trovare tempo, voglia e pazienza da investire. non bisogna arrendersi mai! f

csxqp: the stooges - "1970"

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