tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, ottobre 30, 2006

Non mi aspetto nulla, né dall’azienda in cui lavoro,
né da nessun altro, solo scarpate, ecco, quelle si,
ma per il resto… e che nessuno creda di potermi tarpare le ali,
né si illuda fedeltà incondizionata.
Non avete che da chiedere, ne ho per tutti…y*

martedì, ottobre 24, 2006

oggi ho avuto per la prima volta a che fare con le agenzie di lavoro temporaneo. ho cominciato con due, nei prossimi giorni proseguirò con altre. ciò che colpisce al primo impatto è la barbarie del gesto: anche nella ricerca istituzionalizzata di un lavoro superficialità, velocità, multitasking, hanno ormai decisamente sostituito profondità, riflessione, specializzazione. del resto era prevedibile, il mercato del lavoro è così radicalmente cambiato negli ultimi anni (riflesso di una società e di un sistema che sta collassando nelle sue innumerevoli contraddizioni?) che il modo di trovare un impiego ha dovuto per forza di cose adattarvicisi. da manpower ti fanno compilare i tuoi dati in un database. per quanto ti sforzi di essere preciso e completo in pochi minuti hai finito. gran parte delle informazioni che ci sono sul tuo cv cartaceo non sono richieste dal programma di immissione dei dati. e infatti il tuo cv cartaceo non lo vogliono. tu gli dici ma dai prendetelo può farvi comodo, ho anche la foto, e loro no grazie, non ci serve, davvero, non insista. solo che sul tuo cv ci sono informazioni quasi fondamentali, che il computer si rifiuta di registrare. esempio: campo laurea. a lui interessa solo in cosa. il dove, con che voto, con che tesi e sopratutto con quale specializzazione diventano improvvisamente informazioni irrilevanti. così io laureato con novantasei in discipline economiche e sociali indirizzo storico sociale con una tesi sugli aspetti psicologici del passaggio all'euro e un laureato che so a napoli in economia degli intermediari finanziari con centodieci e lode e con una tesi sullo spread degli ultimi trent'anni dei crediti a lungo termine fra le grandi aziende e le pmi, beh io e lui per il sistema manpower siamo uguali, entrambi laureati in economia e commercio. e basta. il che potrebbe anche farmi gioco, tutto sommato, ma non è questo il punto. è l'imbarbarimento del sistema che diventa tangibile. poi un tizio, anche simpatico e cortese, rivede con te quello che hai scritto, ti fa confessare che excel non lo sai usare proprio da poter dire ottimo, forse neanche power point (oddio, quasi mai usato in effetti, ma è talmente semplice), ma mac mi impunto, io sono nato mac, e non si discute. poi se protesti, e fai notare che il programma è limitato e limitante, il tizio trova un modo di infilarci alcune fra le esperienze rilevanti che il computer non è capace di registrare (alla fine importa quello che dichiari di saper o voler fare, che tu possa giustificarlo o meno). esci e hai la senzazione strana che si siano dimenticati di capire che c'è una vita dietro, intendo una vita professionale, che per quanto ancora breve e poco importante è fatta comunque di piccole cose e piccole scelte che già il cv cartaceo riesce solo in parte a descrivere. e ti accorgi che è anche questo un piccolo esempio concreto di come un pò tutto il mondo, e noi con lui, effettivamente stia cambiando e andando verso quella direzione, perdita delle sfumature, dello spessore, della ricchezza dell'esperienza. se da manpower tutto questo, fra attese e tutto quanto, dura almeno un'oretta, da kelly services l'intera procedura, attese comprese, non porta via più di dieci minuti dieci. lì il tuo cv lo vogliono, prego firmi l'autorizzazione per i suoi dati, cosa vuol fare, che tipo di contratto, sarà contattato. avanti il prossimo. f

martedì, ottobre 10, 2006

alla prova d’appello hanno superato l’esame, niente sbavature, un concerto pulito, da professionisti, ma andiamo per ordine… le voci che circolavano di certo non erano molto incoraggianti, e i trascorsi in Italia non lasciavano sicuramente presagire nulla di buono, si parlava di un cantante dispotico, di un gruppo dedito all’alcol, incapace di portare a termine un’esibizione senza problemi, con troppi alti e bassi, una mina vagante dello showbiz, una polveriera impossibile da gestire. E invece eccoli lì, come mai avresti potuto immaginarli. Ore 21, le luci magicamente si spengono, il boato del pubblico sale, tripudio generale. Tutte le riserve cadono, subito si intuisce che sarà una serata magica, l’acustica è perfetta, il dosaggio degli strumenti è lineare, la voce limpida, la struttura del palco sobria e raffinata, l’impatto visivo è di quelli che lasciano ammaliati, col fiato sospeso, insomma, ci troviamo dinnanzi a un gruppo che forse non farà la storia del rock ma che di musica ne sa veramente parecchio, chapeau. Poco altro da aggiungere, la scaletta è stata dosata con attenzione, riservando alle canzoni dell’ultimo album la parte iniziale dell’esibizione, come a gettare le basi per i cavalli di battaglia, che a furor di popolo hanno infiammato il finale. E come tutto era iniziato tutto è finito, nel migliore dei modi, con il pubblico in visibilio, ben disposto a tributare un lungo e sentito applauso. Finalmente un gruppo maturo, senza troppi orpelli, capace di coinvolgere la folla, accompagnandola per quasi due ore di pura musica. Placebo – Meds Tour 2006. y*

come si fa a scavalcare un muro di silenzio? come si fa, voglio dire, sapendo che provare ad abbatterlo e provare ad aggirarlo per adesso non sono soluzioni convincenti? devo aspettare che il tempo, il vento, la pioggia ne erodano il cemento e i mattoni? e se non volessi aspettare tutto questo tempo? davvero abbatterlo? davvero aggirarlo? e poi cos'è che tiene insieme il cemento e i mattoni? rancore? delusione? sono così stronzo da meritare questo muro? sono così importante da meritare questo muro? devo usare una scala? quale scala usare? esiste veramente una scala? non so. non so mai niente. so solo che muoio dalla voglia di vedere cosa c'è dall'altra parte, anche se quello che vedrò probabilmente mi farà stare ancora più male. sono davanti a questo muro e non so proprio cosa fare. e stasera mi sembra altissimo. f

lunedì, ottobre 09, 2006

non so se ve ne siete mai accorti ma per le strade italiane si verifica costantemente un fenomeno denominato "prepotenza del golfista"... se un'auto vi sfreccia davanti violando almeno tre articoli del codice della strada, sorpassando a destra, tagliandovi la strada, non rispettando la precedenza e oltrepassando il limite di velocità, potete tranquillamente metterci la mano sul fuoco, senza rischio di bruciarvi, trattasi di un golfista, quella non più tanto rara specie di automobilista che mal sopporta gli altri "inquilini"della carreggiata, che insofferente ad ogni genere di normativa ne ritiene la violazione un legittimo diritto, che senza averne titolo considera l’asfalto il suo regno e la rete viaria il luogo preposto ad ogni genere di scorribanda.
Là dove tutti procedono in fila lui taglia sprezzante sulla corsia d’emergenza, là dove tutti rallentano lui preme deciso sull’acceleratore, là dove il buon senso impone di fermarsi lui ti si attacca al posteriore senza lesinare clacson e abbaglianti… e quando poi te lo ritrovi stampato su un frassino o un gard rail cosa vuoi dirgli… y*

domenica, ottobre 08, 2006

è tutto pronto, la febbre sta salendo, l'ansia pure, l'attesa è al massimo: sta per cominciare un altro anno di basket con la mia amata olimpia. sono finalmente finite le inutili amichevoli, i tornei di preparazione, gli stupidi triangolari buoni solo per gli sponsor. ora si fa sul serio. fiero il guerriero è tornato a campeggiare sullo sfondo del mio computer in un tripudio di bianco e di rosso, e sto per inaugurare sul mio ipod la playlist con gli mp3 dei cori della curva. la malattia, ormai cronica, si sta acutizzando, e degenerando. la mia deformazione da tifoso di lunghissimo corso ha deciso di vedere l'esistenza di un parallelismo fra le sorti dell'olimpia e quelle della mia vita (credo di averne già parlato in qualche post passato), perciò è essenziale che la stagione sia buona. la squadra quest'anno mi sembra un'assoluta incognita, più o meno come l'anno scorso, capace di grandi imprese come di grandi disastri, di limpido genio come di completa sregolatezza, quindi le sue premesse coincidono con le mie. non resta dunque che fare il tifo, incrociare le dita, lanciare un paio di insulti agli odiati canturini, e sperare che quei tizi alti in canottiera comincino con il piede giusto già da stasera contro livorno. f

commento con il senno di poi della domenica sera: abbiamo spezzato le reni a livorno con una prestazione imperiosa. non è vero. in realtà squadra non ancora giudicabile, non fa nulla ma proprio nulla di straordinario contro avversari inconsistenti destinati probabilmente alle zone basse della classifica. c'è da dire che partite così l'anno scorso siamo stati capaci di soffrirle, dunque aver vinto in scioltezza può essere un buon segno. resta l'impressione che sarà un anno assolutamente imprevedibile. speriamo in bene. f

sabato, ottobre 07, 2006

domani ho un appuntamento al buio con una ragazza. cioè, in realtà non è un vero e proprio appuntamento galante. ok, le cose stanno così, lei debutta nel servizio d'ordine, e io ho semplicemente raccolto un suo appello offrendomi di traghettarla da piazza piola al forum di assago pedinato dalla sua macchina, perchè non sa la strada. ma non l'ho mai vista (anche se in realtà spero che sia la bella biondina che ho intravisto la scorsa partita) e non so nulla di lei, e tutto ciò può essere spunto e occasione per una conoscenza. dalle mail che mi ha mandato sembra abbastanza pazza, e io adoro la pazzia nelle donne. il caso sa essere prepotentemente beffardo in questi casi, per ironia della sorte ha lo stesso nome di colei per la quale gli orli scheggiati del mio cuore spezzato mi pungono nel fianco quando mi giro nel letto la notte, e non mi fanno dormire. chissà, magari è simpatica, e diventeremo ottimi amici. oppure è fantastica e ci innamoreremo. o magari come al solito mi innamorerò io e lei no, e per l'abitudine sciocca che ho di credere ai sogni mi terrò tutto dentro finchè, in una qualche assurda occasione fra circa otto mesi, la folla del mio inconscio applaudirà di nuovo con forza al funerale del mio autocontrollo. o magari più semplicemente domani scopro che mi sta sulle palle e non ci degneremo di uno sguardo per tutta la stagione. wow, adoro le potenzialità e la loro infinita elettrizzante energia. the future is unwritten. f

commento con il senno di poi della domenica sera: ah ah ah, le infinite potenzialità. forse devo smetterla di leggere kerouac. la biondina mi ha tradito alla prima occasione ed al ritorno è fuggita con un altro, abbandonandomi nel parcheggio del forum in balia degli amici che mi prendevano in giro (the future resta unwritten ma questo copione però l'ho già letto da qualche parte). f

venerdì, ottobre 06, 2006

post di quelli che non contano niente, in attesa di pubblicare post che contano qualcosa. post di quelli che non contano niente, per documentare il fatto che il nostro beneamato tabacchi è un qualcosa di dinamico, in continua evoluzione. numero uno dopo tanto parlare nelle vie adiacenti al campetto è finalmente partita la stagione dello skateboard, toni hawk ci farà una pippa, skateboarding is not a crime (anche se, va detto, can be dangerous), a casa mi prendono in giro e mi dicono che è una cosa da tredicenni, colonna sonora ideale the separation of church and skate dei nofx, quarantanove euro in meno e un gomito dolorante in più sono lì a ricordarmi che devo ancora dimostrare che è stata una buona idea, al di là del fatto che nel complesso è stato divertente, vorrei solo capire come diavolo si fa a saltare, nei video sembra così semplice, invece io salto e quel dannato skate va per i fatti suoi invece di restarmi incollato ai piedi, male che vada se mi rompo qualcosa rimane comunque un bell'oggetto, messo sopra l'armadio fa la sua figura. numero due il campo è diventato qualcosa di ancora più nostro, un'elegante scritta tabacchi fc in vernice nera lungo la linea laterale in mezzo al campo è ora la testimonianza indelebile del nostro passaggio, un segno tangibile della nostra presenza visibile a chiunque metta piede sul campo, una firma su qualcosa che ormai in un certo modo ci appartiene. numero tre l'etnia egiziana sembra che stia per essere sostituita da quella marocchina, spacciatori di canne che ci insegneranno forse altre parole in arabo ma che per adesso sono punto di riferimento per i fumatori della zona, che spero capiscano che non devono rivolgersi a noi perchè noi non abbiamo abitualmente quella roba, almeno non ancora, forse dopo amsterdam (ma quando ci andiamo?). numero quattro comincia a fare maledettamente freddo, un pò forse sarà stata la coca cola ghiacciata, non so, ma ieri in macchina ho acceso il riscaldamento al massimo, aria bollente a manetta da tutti i bocchettoni possibili, inutile surrogato tropicale di una notte di inizio ottobre. rivoglio l'estate. f

martedì, ottobre 03, 2006

partire in ritardo, come sempre. sbagliare uscita, tornare indietro, sbagliare di nuovo, perdersi a rho. fare i centosessanta all'ora in autostrada, mangiare crackers e biscotti in macchina, discutere di donne, percorrere gli infiniti viali di torino, bruciarne i semafori sul rosso. mirko che mi istiga alla guida ipersportiva, jj che la teme, e si aggrappa terrorizzato a qualunque cosa. fare strada a due vecchi non del tutto lucidi che cercano il palaisosaki, trovare con ansia un parcheggio di fortuna, attaccarsi anche troppo alla macchina davanti, correre verso il palazzetto, entrare a concerto appena iniziato. sedersi per terra, divertirsi con il boss che si diverte, e mary don't you weep don't mourn, e the river stravolta, e pay me my money down. mangiare un ottimo panino salsiccia cipolle peperoni e pure ketchup anche se non lo vuoi, trovare i dimenticati finestrini aperti della macchina, sbagliare ancora in autostrada maledetta la mia distrazione e i mille pensieri che ho in testa, allungare di cinquanta chilometri inutilmente. trovare chiuso lo svincolo che ci serve, come se gli svincoli autostradali potessero chiudere il lunedì sera, come una qualsiasi pizzeria. sfiorare ivrea, entrare a vercelli, trovare finalmente la strada giusta per milano. mirko che impreca e si addormenta, jj che mi guida paziente in tangenziale. fare i conti con la mia personalissima city of ruins, e hai voglia a dire come on rise up, stavolta ho paura che non basti. ma intanto un'altra pazza notte è finita. f