mi è venuto in mente che la prima partita della nazionale che ho visto in vita mia fu esattamente vent'anni fa. erano gli europei e l'italia pareggiava 1 - 1 con la germania padrona di casa grazie a un secco diagonale di mancini, che dopo aver segnato si mise a correre a perdifiato per il campo schivando accuratamente gli abbracci dei compagni, vai a sapere perchè.
mi è venuta in mente anche una delle ultime canzoni che gaber ha scritto, che aveva questo ritornello: "io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono", ed era una canzone così irriverente nei confronti dell'italia da essere disperatamente e sinceramente patriottica. se la prendeva, fra le altre cose, con il fatto che gli italiani si sentono davvero uniti e attaccati alla patria solamente quando gioca la nazionale di calcio.
mi sono venute in mente queste due cose, guardando la partita dell'altra sera, finita con l'italia che riprende la sua tradizione negativa ai rigori e viene eliminata da una spagna certamente più intraprendente.
che poi a pensarci è tragicamente vero, un gol di panucci, un rigore di pirlo o una punizione di de rossi sono riusciti anche stavolta ad arrivare dove la partecipazione politica, l'indignazione, la solidarietà, la passione civile non arriveranno mai: a trasformare cioè una parte molto consistente di questo paese in un unico cuore pulsante all'unisono, che vuole esserci, e contribuire, fosse anche solo restando in trepidazione o imprecando contro l'arbitro davanti al televisore.
probabilmente alla fine è solo una questione di fiducia: cioè semplicemente c'è la percezione che l'italia intesa come nazionale di calcio possa fare qualsiasi impresa (l'ha dimostrato due anni fa), mentre l'italia intesa come paese e come collettività no, e sia dunque una causa persa per la quale non valga la pena tifare.
e così, nell'attesa di vedere questa italia, tutta intera, me compreso, vibrare di passione per qualcosa di più importante di una partita di calcio, in questi tempi dove sventolano sempre meno tricolori e sempre più soli delle alpi, sono rimasto ancora una volta, l'ennesima in questi vent'anni, con il fiato sospeso, incollato allo schermo e al piede di di natale sul dischetto, fiducioso e pieno di speranza verso il mio paese, se non altro almeno nel calcio.
per fortuna o purtroppo sono italiano dunque, e per fortuna o purtroppo sono da poco anche un suonatore di ukulele. così, unendo le due cose, dopo tutte queste inutili considerazioni, ecco qualcosa per voi: la trascrizione è fatta da me, però tutto sommato funziona (più o meno). suonatelo con un ukulele scordato (cioè suonatelo con un ukulele) e vi sentirete come jimi hendrix, a woodstock, nel '69. f
a _ _ _ _ 2 2 3 2 2 5 3 2 0 2 0 _
e _ _ 0 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 3
c 2 2 _ 2 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ (x 2)
g _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
a 2 2 _ _ 0 _ _ _ _ _ _ 0 2
e _ _ 1 3 _ 3 1 0 3 1 3 _ _
c _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
g _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
a _ _ _ _ 2 2 3 2 2 5 3 2 2 0 2 _
e _ _ 0 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 3
c 2 2 _ 2 _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
g _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
(poropom poropom poropompompompompò)
csxqp: goffredo mameli - "fratelli d'italia"