tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

giovedì, aprile 29, 2010


“nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura… Consonno

smarrendo la via, fra mille deviazioni, indicazioni forvianti, inversioni di marcia, tentennamenti, si può arrivare in un non-luogo, uno spazio irrazionale, frutto della follia visionaria di un ricco imprenditore… si sfratta la gente, si spiana una collina, si rade al suolo un paese e il gioco è fatto, si crede di creare la Las Vegas lombarda quando invece si procede spediti al fallimento… e così ecco una nuova cattedrale nel deserto, un ecomostro il cui unico destino è l’oblio.

è veramente un ambiente inaspettato, spiazzante, lunare, che sfida il buon senso, il buon gusto, la logica… un castello medioevale, una pagoda, un minareto, un grand hotel, un suq, un laghetto e ancora cannoni, trenini, sculture d’acciaio, mosaici, fontane… qualcuno lo chiama “paese fantasma”: un cancello ne impedisce l’accesso al tramonto, gli edifici sono scheletri erosi dal tempo e dall’incuria, le strutture hanno subito ogni genere di vandalismo, la strada è franata, nessuno ci abita, il panorama è desolante.

la sua peculiare unicità non può però lasciare indifferenti… come pinocchio nel paese dei balocchi si è trascinati in un mondo “fantastico”, apocalittico, sospeso, senza legge, in cui dare sfogo agli istinti più primordiali… si è esploratori, vandali, curiosi, ladri… ci si interroga, si indaga, si scopre, si rompe… è la terra di nessuno, si può tutto, entrare negli edifici, scovare vestiti, fare murales, scavalcare cancelli, attraversare finestre, prender mattoni… affascina e sorprende, anche se ora tutto tace, soprattutto ora che tutto tace, ora che gli infissi sono divelti, la pagoda è bruciata, le mattonelle spaccate, le insegne arrugginite, le stanze devastate… ci addentriamo, contempliamo le rovine, ci confrontiamo, ci rammarichiamo per lo sperpero, l’abbandono, le occasioni mancate, quello che sarebbe potuto essere e non è stato…ma non tutto è perduto, il paese non è abbandonato, non è stato dimenticato, anzi è rinato, è dappertutto… set fotografici, sagre, videoclip, film, documentari, rave, è un proliferare di immagini, storie, impressioni… e questa è la mia.

“e quindi uscimmo a riveder le stelle.” y

clxqp: stieg larsson – “la regina dei castelli di carta”

domenica, aprile 04, 2010


a volte mi capita di vedere e sentire cose che mai avrei pensato potessero accadere, dai servizi delle "iene", dove persone vanno in vacanza e al ritorno si trovano la casa occupata, alle denunce di "report", dove la gestione dei servizi pubblici appare una commedia tragicomica fantozziana... abusivismo, sperpero, corruzione, illegalità, vessazioni, l'immagine di un paese che non vorrei mai conoscere ma in cui mi trovo a vivere... mi sembra impossibile, situazioni da terzo mondo, che credo lontanissime, e invece no, in Italia sono la quotidianità, nell'indifferenza delle istituzioni, che ne sono lo specchio... poi guardo il telegiornale, magari è successo qualcosa di buono, forse Grillo ha fatto il botto, forse è la volta buona che ci liberiamo di questa società di parassiti, furfanti, immorali lestofanti, e invece no, o non proprio, ma sorrido, penso al Piemonte, a quei due seggi regionali conquistati... ma subito sono riportato alla triste realtà, qualcuno dice che dai dati ISTAT risulta che una persona su due dichiara 15.000 euro lordi annui, che i dipendenti guadagnano più dei loro stessi datori di lavoro, che gli industriali hanno redditi da fame, che i liberi professionisti sono dei pezzenti... caro Gioele, tu sarai un automobilista incazzato ma anch'io non scherzo... in verità no, quest'anno ho detto che non mi sarei arrabbiato, che l'odio non avrebbe prevalso, ma anzi, che avrei mantenuto un certo equilibrio, anche se le notizie sono quello che sono, anche se lo sconforto è grande, gli anni passano e i sogni sfumano... nulla è possibile? non capisco perché non riusciamo ad affrancarci da questo stato di prevaricazione, ne capisco come si possa accettare così passivamente una situazione tanto allucinante, e condividere una visione tanto distorta di quello che dovrebbe un paese civile e moderno, non capisco... forse ci manca la cultura, o semplicemente la civiltà di vedere il benessere personale come risultato di un processo più ampio... o forse è quello che ci meritiamo, o meglio, vi meritate, perché io mi chiamo fuori, rivendico il diritto di vivere onestamente, secondo i dettami della legge, in pace con il prossimo, in armonia con la natura, godendo dei diritti che mi spettano, e sottostando ai doveri che sono alla base della convivenza... abbiate la forza di dire basta, dite basta, coraggio, e se proprio non ci vogliamo mettere in prima persona almeno ponderiamo bene a chi dare la nostra fiducia, affidare il nostro futuro... un'altra vita è possibile.

A questo punto sto cercando di capire se predico bene e razzolo male, se sono stato troppo duro, se mi sono posto a paladino di una morale che non impersono... sì, c'è stato un periodo in cui ho coltivato troppo il mio orticello, in cui mi sono disinteressato, ho chiuso gli occhi, ho adottato una visione epicurea della vita, ma ho sempre agito seguendo un'etica che ha nella legalità e nel senso civico le sue fondamenta. Avrò pensato al mio bene personale, ma l'ho fatto senza mai pregiudicarne l'altrui. Credo nella solidarietà, nell'avere meno ma l'averlo tutti, nel rispetto della legge, nei piccoli gesti di civiltà... è qui che dobbiamo ricominciare, dal nostro piccolo, nella nostra quotidianità, fra noi, che siamo la base, che predichiamo bene ma razzoliamo male... y

continua...

clxqp: stieg larsson - "la ragazza che giocava con il fuoco"

giovedì, aprile 01, 2010





ripenso a tutto ciò che non ero e che non feci, all'inizio di quei cazzo di anni zero,
e a tutto ciò che sono e a ciò che è vero, all'inizio di questi cazzo di anni dieci.
eppure nonostante tutto, senza torto o ragione, mi sembra che siano ancora le vele,
spiegate e a volte difficili da spiegare,
e non le rotaie implacabili dei trent'anni.
mi sembra che tutto sia dipinto, invece che scritto.
ancora astratti furori, ma senza acqua nelle scarpe,
il domani è un concetto magmatico, vagamente inquieto.
forse sequele vane ma insomma pane, sapere il sapore del sale e quello del sole,
pezzi sparsi e disordinati di potenziale.
albatros e delfini, e il meraviglioso canto di una sirena,
seguire le stelle senza sestante, da un mondo a sè stante.
forse non so neanch'io bene cosa volevo dire... mi diverte tutta questa indeterminatezza. f

csxqp: roberto vecchioni - "il grande sogno"