tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

venerdì, aprile 26, 2013



nella gente che si riversa nelle strade e nelle piazze il 25 aprile è vivo.
nelle pagine vibranti della nostra costituzione il 25 aprile è vivo.
in quelli che ci credono davvero alla possibilità di un paese migliore, il 25 aprile è vivo.
nelle persone stufe marce del potere che si fa arroganza il 25 aprile è vivo.
in quelli che non si disinteressano il 25 aprile è vivo.
in quelli che tutti i giorni provano a gettare nelle crepe aride di questo paese piccole gocce di civiltà, goccia dopo goccia, instancabilmente, sperando che nasca qualcosa, il 25 aprile è vivo.
nei piccoli e caparbi gesti di resistenza il 25 aprile è vivo.
nonostante gli inciuci e le intese spaventosamente larghe, nonostante le macerie e l'arretratezza, nonostante la mafia e la corruzione, nonostante le occasioni sprecate e le stragi impunite, nonostante l'apatia e l'inettitudine della politica, nonostante la disuguaglianza e la disoccupazione, nonostante quelli che si riempiono la bocca con la parola cambiamento ma poi non hanno il coraggio di metterlo in atto per davvero, nonostante questo paese faccia di tutto per convincerti ad andartene, nonostante tutto questo, il 25 aprile è vivo.
perché se davvero fosse morto lo saremmo tutti, e non avremmo più niente a cui aggrapparci.
non sono ancora riusciti ad avvilire stuprare calpestare tutte le nostre speranze. molte, ma non tutte.
celebriamolo, ora e sempre, e lasciamoci ispirare per una nuova liberazione.
se i partigiani tornassero tra noi si rimboccherebbero le maniche. f

csxqp: marco paolini e i mercanti di liquore - "l'italia"

domenica, aprile 21, 2013


continuo a interrogarmi, a cercare un senso, un motivo, una giustificazione... mi trovo a riflettere, ancora una volta, sull'amicizia, e sull'amore, ma partendo da una nuova prospettiva, da un punto di vista alternativo, la lontananza, perché razionalizzando è forse questa la discriminante, e attraverso questa posso trovare una soluzione alle domande che mi tormentano, perché è un qualcosa che ho già sperimentato, e che posso analizzare, senza la paura di essere abbagliato, dai sentimenti...
il tutto è scaturito da una serata, quando un caro amico mi ha detto che a breve, probabilmente, si sarebbe trasferito all'estero, per seguire il suo sogno, vivere affianco della persona che ama. All'inizio, egoisticamente, ho dubitato della sensatezza di questa decisione, ma poi, dopo qualche passo, non ho potuto che appoggiarne la scelta, quella scelta che avrei fatto anch'io, se le cose fossero andate diversamente... ma una volta condivisi i progetti, matabolizzata la notizia, non ho potuto non pensare a cosa ne sarebbe stato della nostra amicizia, e quindi agli effetti che la lontananza avrebbe inevitabilmente prodotto. In un momento in cui vorrei instaurare, partendo da presupposti difficili e complicati, un rapporto di amicizia con una ragazza lontana mi domando se, in condizioni di partenza ottimali, sono capace di mantenere un analogo rapporto con una delle persone a cui mi sento più legato. La triste verità è che non ne sono certo, perché l'esperienza mi insegna che, per quanto si possa voler bene a qualcuno, e per quanto il legame sia forte, la separazione fisica porta inevitabilmente ad inaridire il rapporto. Mi è capitato di frequentare assiduamente una persona, e poi affrontarne la partenza per un paese straniero, neanche troppo distante... per quanto le avessi promesso di non abbandonarla, per quanto mi fossi ripromesso di continuare a coltivarne l'amicizia, non ci sono riuscito, ho fallito... anche mia sorella, la persona a cui più voglio bene, in questo momento è lontana, e per quanto i miei sentimenti siano rimasti immutati devo ammettere che la distanza si fa sentire, è un male che piano piano indebolisce il nostro rapporto... questo mi porta a credere che la lontananza sia un ostacolo insormontabile, soprattutto per me, che ho sempre pensato che le persone bisogna "viverle", che le esperienze vanno condivise, e che il raccontarsi l'esistenza senza mai farne parte non è sufficiente.

Partendo da questo presupposto capisco che non sentirti ha un senso, perché è stupido illudersi, pensare di poter instaurare un'amicizia quando quello che potremmo condividere sono solo le parole, il dirsi due cose ogni tanto, finché parlarsi non avrà più senso, perché saremo di nuovo estranei, ognuno impegnato a vivere la propria vita.... per quanto mi possa ingannare pensando di poter far parte del tuo vivere lontano da me mi rendo conto che non è plausibile... vorrei riuscire l'ha dove ho fallito con chi amico lo era già, con chi per anni aveva condiviso la mia esistenza, con chi mi voleva bene, e per cui ero importante... qualche settimana fa mi domandavo se era possibile un nuovo inizio, se mi sentivo pronto per impegnarmi in un lavoro di conversione, verso un relazionarsi diverso... forse ci sarei riuscito, o forse no, ma adesso mi è chiaro che la discriminante non sono i miei sentimenti, quello che posso o meno provare per te, ma la lontananza: non ho bisogno di amici distanti che mi raccontino la loro vita, ho bisogno di qualcuno che sia presente, e voglia condividere la mia, qui, adesso.
eppure ti penso, sempre...

la verità è che la lontananza non è la causa, ma la scusa, che mi serve, per convincermi, che non possiamo essere amici…
la verità è che ti sono stato vicino finché ho potuto, fino a perdere il senno, e la ragione…
la verità è che continuo a volerti bene, e così il sentirti nominare mi fa male, come il sapere della tua vita, perché, irrazionalmente, sono fermo ancora lì, al punto in cui vorrei essere con te, anche se non mi vuoi…
la verità è che penso troppo…

csxqp: the xx - "sunset"

lunedì, aprile 15, 2013



un uomo senza meta, con la compagnia di una milano notturna e deserta, affronta nodi irrisolti e decisioni importanti riguardo alla sua vita.
budget: zero euro. girato da un gruppo di amici con una videocamera sony non professionale. audio acquisito in presa diretta attraverso il microfono incorporato nella videocamera. montato con imovie.

non so dire se tutto ciò sia sensato o meno, e probabilmente si tratta solo di astratta utopia e ingenua velleitarietà, tuttavia penso andasse fatto, se non altro per chiudere un cerchio prima di (speriamo) aprirne un altro. anche se probabilmente sono l'unico a crederci, sono comunque lieto di comunicarvi che "stagnola", finalmente reso pubblico e gettato in pasto alla rete (lo trovate qui o cercandolo liberamente su youtube), è ufficialmente iscritto al concorso per i cortometraggi della prossima edizione del milano film festival. quelli che leggete qui sopra sono due estratti dalla scheda di iscrizione: il riassunto del corto, in un disperato tentativo di incuriosire e renderlo accattivante, e una descrizione della (scalcinata) situazione produttiva, in un disperato tentativo di invocare il perdono dell'incauto selezionatore a cui toccherà visionario.
la mia tesi è questa: chiunque può essere capace di produrre un audiovisivo professionale, qualitativamente impeccabile, con qualche migliaio di euro e potenti strumenti a disposizione. veramente pochi però sono in grado, senza una lira e in piena povertà di mezzi tecnici, di realizzare qualcosa di narrativamente e visivamente emozionante e significativo. ecco, noi non siamo nemmeno fra questi, ma insomma chi se ne frega ci siamo divertiti, abbiamo vagato per la città in serate davvero colme di risate e improvvisazione creativa ed è questo alla fine ciò che conta.
e poi al di là dell'evidente scarsa professionalità di questa piccola esperienza cinematografica è decisamente gratificante veder crescere un progetto, assemblarlo e dargli forma, portarlo a termine, concretizzare in pochi minuti di video il complicato lavoro di interi giorni, ed essere ricompensati se non proprio dalla gloria almeno dalla passione di poter utilizzare la magia delle immagini in movimento per raccontare una storia.
un disperato tentativo dunque, ma così divertente che mi piacerebbe farne un altro! f

csxqp: enzo jannacci - "vengo anch'io. no, tu no"