tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

lunedì, maggio 01, 2017


I ragazzi hanno preso in gestione il planetario di Milano. Dopo mille peripezie, necessarie per reperire i requisiti, hanno partecipato al bando, e nello stupore della nomenclatura astronomica hanno vinto. In tutto questo processo, durato diversi mesi, anch'io ho avuto una parte, sicuramente minore, ma pur sempre essenziale. Non ho firmato fideiussioni, ne contrattato avalli. Non ho studiato i dettagli della manleva, ne le sue implicazioni pratiche e legali. Non ho partecipato a sfiancanti riunioni con i partner, ne analizzato i rendiconti economici. Niente richieste di preventivi, colloqui, stesure di progetti, ipotesi di bilancio, trasferte a Torino e Bergamo. Niente di niente, insomma. Ma nonostante queste mancanze qualcosa ho fatto. Infatti questa storia si compone di una molteplicità di attori, ognuno con il suo ruolo, e così mi sono limitato a fare quanto mi veniva richiesto. In qualità di amico il mio contributo è stato a volte morale, sostenendoli o in alternativa distraendoli dal tormento, a volte materiale, stampando fiumi e fiumi di carte, in triplice copia. Ma non è stato solo questo, infatti ciò per cui sarò ricordato è la consegna della domanda di partecipazione all'ufficio del protocollo del comune. Quest'atto, semplice e banale, ha permesso che tutto accadesse. Delega alla mano, ho svolto diligentemente il compitino, e nel rispetto delle procedure ho dato il là all'iter con cui si è arrivati all'affidamento della gestione del planetario. Quando ripenso a come, non potendo provvedere personalmente, abbiano deciso di riporre in me la loro fiducia, non posso che sentirmi onorato.


Da quella mattina e' passato oltre un anno, mesi in cui il planetario è diventato una presenza costante nelle nostre, ma soprattuto loro, giornate. Ho partecipato ad una infinità di conferenze, e ogni volta, immancabilmente, rimango stupito e perplesso. Il cosmo mi pone dinnanzi ad una serie di questioni irrisolte, mi costringe ad interrogarmi, a riflettere, a ridefinire il concetto stesso di esistenza. Questo continuo rimuginare mi ha portato ad alcune considerazioni, che vi riporto: sono ignorante, chissenefrega dell'astronomia, la nostra vita ha un valore insignificante (in relazione ai tempi e alle dimensioni dell'universo).
Spesso mi capita di uscire da queste serate di divulgazione scientifico / astronomica con un gran mal di testa, colmo di domande senza risposta, e con la sensazione di non aver colto qualcosa, o di aver avuto troppe informazioni, fra cui non riesco a districarmi. E' una mia mancanza, che non posso che rilevare, perché sono ignorate, nel senso più stretto del termine, cioè ignoro molte cose, a maggior ragione se non mi appassionano, o le ritengo di scarsa utilità. Ciò che però mi fa arrabbiare è il non comprenderle, non riuscire ad unire i pezzi, non avere la brillantezza per arrivare lì dove mi si vuole condurre.
Constatare come alcuni concetti mi rimangano oscuri mi ha portato ad una spregevole presa di posizione: chissenefrega. Posso vivere anche senza avere una piena comprensione delle onde gravitazionali, della materia oscura, dei neutrini o della precessione degli equinozi. In verità il chissenefrega è assai più ampio, non coinvolge solo me, ma l'intero ambiente, perché non solo non capisco come certe scoperte, valutazioni, studi o ipotesi possano avere una qualche utilità nell'ambito della mia esistenza, ma anche in termini assoluti, al fine dello sviluppo e del progresso dell'umanità. E' una riflessione un po' superficiale, ma la complessità dell'argomento spesso rende difficile anche solo capirne importanza e finalità.
Nonostante questa incomprensione di fondo non sono insensibile al fascino dello spazio, anzi, ha la rara particolarità di riuscire allo stesso tempo a sorprendermi e sconvolgermi, ammaliarmi e intimorirmi. Quando ripenso a come il Sole sia una di oltre duecento miliardi di stelle presenti nella nostra galassia, e che di galassie nell'universo ce ne sono all'incirca due trilioni, capirete che, dinnanzi a queste dimensioni, difficili anche solo da immaginare, mi senta piccolo e insignificante. E se consideriamo il tempo, bé, la nostra storia rispetto a quella dell'universo non rappresenta altro che un nonnulla, un mezzo battito di ciglia. Questa consapevolezza è veramente opprimente, carica di implicazioni, interrogativi, mi forza a riflette, a ridare il giusto peso ai problemi, a domandarmi perché ci affanniamo, dando importanza a situazioni prive di un reale valore. Guardando l'umanità da questa prospettiva sono obbligato a riconsiderare il nostro vivere, ho difficoltà nel trovarvi uno scopo, e all'orizzonte si affacciano inevitabilmente le domande esistenziali, legate al significato della vita, al mio ruolo in questo mondo. E' sconfortante rendersi conto di quanto tutto possa diventare inutile e irrilevante.

La comprensione dell'universo e delle sue dinamiche va oltre la mie possibilità, e il solo averne intravisto le dimensioni mi sconvolge. Arriverà un giorno in cui forse tutto avrà un senso, per il momento mi rapporto a questa disciplina come a un buco nero, con stupore e cautela. y

csxqp: le luci della centrale elettrica - "terra"

1 Commenti:

Blogger tabacchi fc ha detto...


fin dalla prima volta in cui ci ho messo piede (e ormai saranno quasi dieci anni fa) il planetario, raccontandomi quello che c'è e quello che accade lontano da quello che abitiamo, è riuscito ad aprirmi letteralmente un mondo, facendomici perdutamente appassionare.
mi spiace molto non poterci più andare, a maggior ragione da quando i ragazzi l'hanno preso in gestione. ma mi è di consolazione il fatto che le città tedesche sono molto più buie di quelle italiane, e che i posti dove si può ammirare la volta celeste in tutto il suo splendore, senza distrazioni luminose, sono molto più accessibili che da noi, così mi capita molto spesso l'opportunità di tenere viva questa passione. ho anche comprato un libro, una sorta di mappa, per approfittare del fatto che non solo l'orsa maggiore e orione, ma anche il toro, le pleiadi, i gemelli e perseo si lasciano riconoscere osservare senza la ritrosia che li contraddistingue a milano.
si, a volte anche io mi sento ignorante, e piccolo di fronte alla vastità di spazio e tempo del firmamento e dell'universo, e indubbiamente vorrei saperne di più sugli incredibili e suggestivi fenomeni cosmici che ci circondano. ma era una cosa che avevo sempre voluto imparare: saper riconoscere le stelle, dar loro un nome, riuscire in qualche modo a trarne una direzione. ci sto lavorando, per ora in verità riesco a leggere abbastanza bene solo una parte del cielo invernale, ma mi piace moltissimo l'idea di alzare il naso e riuscire ad orientarmi almeno un po' nel cielo.
vorrei un giorno riuscire a venire a capo di tutti i puntini luminosi che lo affollano, probabilmente ignari di essere osservati e suscitare tanta meraviglia. f

csxqc: francesco de gregori - "lettera da un cosmodromo messicano"

11:34 AM

 

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