così rimando, e rimando ancora, e quando con fatica riesco ad arrampicarmi sulla collina dei recenti avvenimenti e provo dall'alto a valutare l'ampiezza del disastro, il fumo che ancora si innalza dalle macerie mi rende impossibile percepire l'esatta estensione della mia sventura e della mia dabbenaggine. non sarei più io se non lo facessi: come prima cosa mi autocritico: ma ovviamente mi ci vorrà tempo (ancora lui) per comprendere fino in fondo i dettagli dei miei alibi e delle sue ragioni. intanto affogo in un torrente in piena di lacrime inutili e perdo i pezzi un po' dovunque, mentre il panico mi mette le mani alla gola e comincia a stringere forte. qua e là, scampati alla deflagrazione, incisi su steccati di zucchero, ci sono cuoricini, palloncini e fiorellini: erano le cose che sapevo fare meglio, non fosse che non servono a niente quando si tratta di proteggere, di difendere, di comunicare davvero, o di vincere le battaglie. un giorno mi piacerebbe, saper fare davvero bene qualcosa.
questo post ha preso una piega strana, sarà l'umore instabile, la scarsa lucidità, la stanchezza cronica, i pensieri sempre rannuvolati, gli occhi gonfi. la porta si è chiusa violentemente e avevo lasciato le dita sullo stipite. ho perso la direzione, annaspo nel vuoto, scivolo, continuo ad affogare, cerco un appiglio nelle parole degli amici, quelli che sono qui e mi abbracciano forte, quelli che mi telefonano, quelli che mi scrivono, quelli che si offrono di venirmi a trovare: come sempre in momenti come questi sono una fonte inestimabile di prezioso e inatteso conforto, dolce stupore che infonde coraggio. non sarei più io se non lo facessi: cerco di pensare positivo: la prossima volta fa(lli)rò meglio. ma forse l'unico modo di andare davvero avanti è dar retta al vecchio saggio: quello spettacolo l'ho visto, è stato luce, colore e poesia, giochi e risate da non poterle contare, e nessuno me lo toglie, anche se è stato l'ultimo e ora non posso più guardarlo: sarà sempre con me, in tutta la sua immensa meraviglia. è stato semplicemente stupendo farne parte, viverlo ogni giorno, e respirarne fino in fondo ogni suo istante.
che l'amore finisca, se anche solo la distanza di un granello di sabbia lo allontana dall'infinito. f
csxqp: roberto vecchioni - "l'ultimo spettacolo"
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