tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

venerdì, febbraio 22, 2008




ho scoperto che alzare lo sguardo verso la notte e saper dare un nome ai puntini luminosi che vi ci sono appiccicati sopra è una piccola soddisfazione. l'altro giorno mentre camminavo ho distrattamente puntato il naso verso l'alto, e casualmente mi sono imbattuto in tre piccole stelle perfettamente allineate, racchiuse un pò di sbieco al centro di un immaginario quadrilatero irregolare il cui vertice in alto a sinistra (se ha senso parlare di alto e sinistra) era particolarmente luminoso. solo fino a poco tempo fa mi sarebbe parso un semplice ammasso di stelle, come tanti altri, senza un significato particolare. ora la piacevole novità è che so che la costellazione è in realtà un cacciatore che si chiama orione, che le tre stelle allineate servono a tenergli su i pantaloni e che il vertice luminoso risponde al nome di betelgeuse.
tutto questo è merito di alcune recenti visite al planetario, un altro di quei posti (purtroppo e perfortuna) poco conosciuti che concorrono a rendere milano una città più affascinante di quanto non sembri. chiaro, ora non è che, immerso per un paio di volte nel cielo, sia improvvisamente diventato esperto di corpi celesti e fenomeni astronomici: non saprei ripetere cosa sia una precessione degli equinozi, nè ancora mi è molto chiaro perchè un orologio nello spazio sia più lento di uno uguale sulla terra. però so riconoscere qualche costellazione, riesco in base ad esse perfino stabilire un orientamento (può sempre servire, per uno che ha la costante tendenza a perdersi, soprattutto senza un paziente navigatore seduto a fianco) e mi sembra bello saper dare un nome alle stelle, anche se per adesso solo a quelle più facili.
ma in fondo che differenza fa, se restano causa e alibi per le mie ginocchia sbucciate? f

csxqp: marco paolini e i mercanti di liquore - "i nomi delle stelle"

lunedì, febbraio 18, 2008





stay hard, stay hungry, stay alive if you can... (part III)
mangio troppo, ultimamente. una volta accadeva che ad ogni avventura e disavventura che mi succedeva o mi ruotava intorno corrispondesse un post. era un meccanismo semplice e perfetto: mangiavo avvenimenti e sensazioni, li digerivo, e dopo aver digerito, non saprei come dire, ecco, cagavo, si, cagavo parole e virgole e le pubblicavo su questo blog. ok, lo ammetto, non è una gran metafora, nè è un modo molto raffinato per definire ciò che scrivo, che poi forse per davvero sono delle gran cagate, in effetti, ma del resto si sa che dai diamanti non nasce niente e dal let... scusate, sto divagando, non è questo il punto. il problema ora è che non riesco più a cag... vabbè insomma, per farla breve, ad ogni avventura ne segue immediatamente un'altra, non riesco a sentirne una scendere nell'esofago che già si presenta quella successiva, pronta e invitante sul piatto, e volente o nolente mi sorprendo sempre nell'atto di portarla alla bocca per sentirne il gusto.
in questo periodo così meravigliosamente (co)stipato potrei raccontare dello strano ruolo di confessore che spesso ultimamente mi sono ritrovato a interpretare, fra il dare conforto e il dispensare consigli, dall'alto poi di chissà quale esperienza o consapevolezza, come se dare sicurezza agli altri fosse un modo per darla a me stesso. potrei raccontare del palcoscenico, del trovarmici insospettabilmente a mio agio sopra, con gli occhi e l'attesa puntati addosso, della sottile euforia del mettersi in gioco e del prenderne parte. potrei raccontare della paura che accoltella le viscere, del sollievo che accarezza la nuca, e dell'incredibile fortuna di poterli raccontare entrambi. potrei raccontare del come io non sappia cosa fare in situazioni riflesse pari pari in uno specchio (i ruoli, sempre loro, in questa complicata tragica commedia), e di quanto mi senta davvero un pò scemo per questo, e perso, nell'incomprensibilità dei desideri. e poi ancora potrei raccontare delle canne, dei caffè, delle stelle, delle periferie, delle albe, degli amici intesi come pezzi di vita, dell'assurda infinita poesia di certe donne e certe serate. e infine del timore, che ogni tanto mi assale, di perdere per strada anche solo una goccia di tutto questo stupore.
potrei raccontare cose così, e molte altre, ma di tutto questo per adesso ho solo spezzoni confusi sul foglio, briciole cadute da questa involontaria ingordigia. un pò di bicarbonato, è quello che mi ci vuole adesso. f

csxqp: lorenzo jovanotti - "fango"

venerdì, febbraio 15, 2008


la barba mi cresce
e un po’ mi inasprisce,
non è più un mistero
è comparsa davvero!

a molti stupisce
a me un po’ ferisce,
mi punge la pelle
e schizza alle stelle.

nessuno l’apprezza:
“è una schifezza”!

tu rimani perplesso
del mio viso adesso,
ma se sono cambiato
è perché son rinato.

la barba mi piace
e un po’ mi dispiace
che di colpo sparisce
e tutto finisce. y*

clxqp: andros - "borborigmi diversi"

giovedì, febbraio 07, 2008





stay hard, stay hungry, stay alive if you can... (part II)
si, lo so, con oggi sono due mesi e una settimana. post di servizio dunque, giusto per farvi sapere che ci sono ancora, che sono temporaneamente scomparso ma appunto solo temporaneamente, che non ho abbandonato il blog, che anzi ci sono ancora affezionato, e tanto, come lo sono stato sempre (e lo so perchè ultimamente sto rileggendo quanto di meraviglioso abbiamo scritto, merito del bellissimo recente regalo di y), per farvi sapere che vorrei scrivere e raccontare un sacco di cose ma in un modo o nell'altro non ci riesco, che non c'è nessuna intenzione particolare dietro questi due mesi senza un solo post, e infine che posto solo ora, vai a sapere perchè, cose scritte tempo addietro che poi per un motivo o per l'altro (se un motivo c'è davvero) sono rimaste congelate in un freddo file che da un pò si aggirava inquieto nella cartella delle cose da sistemare. post di servizio dunque per dire abbiate fede, in questo periodo è andata così, ma torneranno molto presto gli sproloqui e le scempiaggini assortite. f

csxqp: daniele silvestri - "desaparecido"

lunedì, febbraio 04, 2008


“you know I’m not dead”… lo sappiamo Billy, non sei morto, ma gli Smashing Pumpkins si, mettiti il cuore in pace, non prenderti in giro, rassegnati all’evidenza. Le reunion (se di questo si può parlare, visto che all’appello le assenze sono pesanti) lasciale agli altri, a chi è senza arte ne parte, a chi per raggranellare qualche soldo venderebbe l’anima al diavolo (nel remoto caso non l’avesse già fatto). Questo per dire che se ero contrario prima lo sono ancor più adesso, dopo un concerto così, a rivangare i vecchi fasti, propinandoci nuove canzoni onestamente imbarazzanti, prive di poesia, senza quella verve e quel calore che tanto ha saputo emozionare ma che ora sembra solo minestra riscaldata. Hai provato a incantarmi, a metterci un po’ di energia, a tirar su una scaletta per ingolosire la “vecchia guardia”, ma niente, il fuoco si è spento, la magia è finita, e purtroppo non te ne sei accorto.
Volendo spendere due parole sul concerto (che per i profani ricordo è stato il 2/2/08 – Datch Forum, Milano) vi posso dire che bontà loro è iniziato puntuale, senza inutili attese e fastidiosi gruppi spalla, e si è protratto per oltre due ore e mezza, ripercorrendo tutte le fasi di ciò che è stato e mai più potrà essere. E così hanno iniziato con Porcelina of the vast Oceans, seguita da Behold! the nightmare, un pezzo favoloso, cantato a squarcia gola. Poi un sussulto, Tonight Tonight, Mayonaise, Try, try, try e la debacle dei nuovi brani. A seguire la parte acustica, Perfect e 1979, e qualche chicca, per veri intenditori: Lily, Drown e Wound (che a jj sarebbe sicuramente piaciuta). In chiusura il guizzo, Cherub Rock, tutti a saltare, salutare, smadonnare.
Sul lato tecnico l’unico grosso problema è stato l’audio, pessimo, infatti, a parte qualche canzone, il marasma di strumenti e voce è stato costante, rendendo sul finale i brani irriconoscibili, oltre che inascoltabili, con buona pace di tutti i presenti.
Controanalisi: forse ho esagerato, sono stato troppo duro, e onestamente non è che mi aspettassi molto di più di quanto ho avuto, anzi, ascoltare certi brani mi ha solo riempito il cuore di gioia, come quando si pensa a una storia passata, a una ragazza che ti ha emozionato, a un dolce ricordo, ma niente di più (e forse non è poi così poco). Cmq la mia presenza era imprescindibile, volente o nolente dovevo esserci, non potevo mancare, non riconoscere il giusto tributo agli Smashing Pumpkins, alla loro storia. Così ripensandoci devo ammettere che in fondo (ma proprio in fondo) sono moderatamente soddisfatto, tutto sommato è stata una bella serata, non strepitosa, ma decente (anche se Billy aveva una gonna improponibile e un umore nero, tipico del genio incompreso).
Quello che mi rimane ora è un noioso fischio all’orecchio sinistro e una velata tristezza, oltre che la voglia di mettere nello stereo un bel bootleg dei tempi andati (si, se non si fosse capito, vivo nel ricordo). y*

cvxqp: kim eui.suk - "sword in the moon"