tabacchi fc, ovvero tabacchi football club, ovvero tabacchi fancazzisti, ovvero un blog creato da quelli che si ritrovano la sera a giocare a calcetto nel parco tabacchi, quello spicchio di verde fra via tabacchi (appunto) e via giambologna, a Milano. Ovvero un contenitore per metterci tutto quello che ci passa per la testa...

mercoledì, agosto 29, 2012



l'ossatura di questa canzone l'ho scritta circa una decina di anni fa, e inevitabilmente riflette gli umori (abbastanza cupi, in verità) di quel periodo. poi, forse perché troppo promettente per essere cancellata ma non abbastanza per farne qualcosa di sensato, è rimasta lì, congelata per tutto questo tempo in un file di testo insieme ad altri frammenti di dubbio valore e utilità.
finché in questi giorni un po' solitari mi è saltato in testa di imbracciare nuovamente il mio fido ukulele rosso, e in un'ozioso passatempo d'agosto ho deciso di ampliarla e provare a darle quello spessore che prima non aveva (che ci sia riuscito o meno non è poi così importante, in fondo). chissà, forse ho deciso di cimentarmi in questo piccolo gioco estivo perché, pur essendo oggi lontano anni luce dagli stati d'animo che hanno caratterizzato la genesi di questa canzone, ne sento tuttavia urgente, ora come allora, il tema, quello del cambiamento e delle resistenze che lo accompagnano.
e comunque a pensarci bene dev'essere il mese dell'ukulele questo, già l'anno scorso di questi tempi avevo sentito la voglia e il bisogno di riprenderlo e affliggere le sue povere corde inermi strimpellando un paio di cover che avevo provato a scrivere. mi resta, come un anno fa, un pizzico di rammarico per la nostra band non dico disciolta ma quantomeno inattiva, e la speranza di riuscire a suonare di nuovo insieme, prima o poi.
gli accordi sono solo tre (astenersi commenti e facili battute) e devo dire che mi ha divertito provare a cimentarmi con una lingua che non è la mia (anche se probabilmente non tutto fila liscio come vorrei e ci saranno ben più di un paio di inesattezze). beh non vi dico altro, se avete voglia di leggere questa canzone (e provare a suonarla) la trovate qui, sulla pagina ukulele del nostro sito.
è possibile fare una rivoluzione al giorno? f

csxqp: nofx - "spaghetti motel"

domenica, agosto 19, 2012



qualche giorno fa, a ferragosto, mentre milano ribolliva nella quiete assolata di strade deserte, negozi chiusi per ferie e parcheggi finalmente vuoti, ho preso l'aereo e ho volato verso sud. un piccolo scorcio di basilicata: paesi sonnacchiosi nel pomeriggio, strade abbracciate dagli ulivi, la saggezza contadina, campi e colline lungo l'orizzonte, a perdita d'occhio.  
sono stato a matera. ingarbugliata e labirintica, fatta di mille piccole case di pietra addossate le une alle altre e di mille stradine scoscese che dall'alto si immergono nel cuore dei suoi sassi, è tuttavia una città incredibilmente armoniosa e, imperturbabile al calpestio dei turisti, cela dietro questo apparente disordine un qualcosa di pacifico e rasserenante, inzuppata nella luce arancione del tramonto. 
mi ha ricordato bari, vista l'anno scorso in un'analoga toccata e fuga d'agosto, con il mare che appare e scompare giocando a nascondino con i vicoli, l'irresistibile focaccia al pomodoro, le intricate viuzze della città vecchia con le donne anziane sedute fuori dalle case, i ronzanti motorini spericolati, i panni e la pasta stesi al sole, le madonne nelle nicchie a sorvegliare la città, le donne ortodosse che cantano per san nicola.
piccoli scorci, un po' di corsa perché c'è sempre un'aereo da prendere per ritornare, ad altri ritmi e altri paesaggi. ecco, in testa ho quasi sempre l'europa, l'america, il mondo, e poi ogni volta che giro per l'italia mi stupisco di quanto sia bella. f

cvxqp: rocco papaleo - "basilicata coast to coast"

sabato, agosto 18, 2012


quest'anno mi ero ripromesso di voltare pagina, di rompere con il passato, con l'abitudine di trascorrere l'estate in montagna, ad annoiarmi, o in giro per l'europa, in treno, e finalmente intraprendere uno di quei viaggi tanto sognati ma ahimè anche troppo spesso accantonati a causa della mia solita assodata irrazionale maledetta paura di volare...
dopo una lunga riflessione mi ero convinto che non prendere l'aereo significava precludersi una moltitudine di luoghi, paesaggi, esperienze, emozioni, amicizie e quindi, in un certo senso, significava non vivere... ho così dedotto che se non vivi allora è come se fossi morto, e quindi se il risultato è cmq morire tanto vale correre il rischio facendo qualcosa che ti può rendere felice*... bè, vi sembrerà una cazzata, un ragionamento complicato, che rasenta la follia, ma è proprio partendo da questo concetto che mi sono deciso di guardare seriamente, senza limiti, a dove sarei potuto andare in ferie...

nella certezza che, volente o nolente, avrei preso l'aereo, non avevo altro da fare che compiere un giro alla feltrinelli, scrutare le infinite possibilità offerte dal globo, spulciare qualche guida, e decidere, e così ho fatto. Appurato che l'estate è il periodo peggiore per andare in Nepal la scelta è diventata quasi scontata: Islanda. Un paese non troppo lontano, freddo, selvaggio, con una natura mozzafiato (e fauna femminile leggendaria)... il luogo giusto! erano i primi di luglio, dovevo sbrigarmi: dopo giorni e notti febbrili passate a confrontare itinerari, prezzi ed agenzie, dopo aver scelto il tour e dopo aver infine pagato, mi ero finalmente messo il cuore in pace, in attesa del fatidico giorno, quello del volo.

non nego di aver temuto/atteso qualche malanno/imprevisto/sciagura dell’ultimo momento, un giudizio divino contrario che mi impedisse il viaggio. non nego inoltre di aver ripetutamente cercato, presso amici e conoscenti, il conforto di qualche medicina, fosse un ansiolitico, uno psicofarmaco o un tranquillante. come non nego di aver avuto un supporto morale fino quasi all'imbarco, grazie a f, che mosso da compassione ha voluto accompagnarmi alla navetta. ma sta di fatto che alla fine quel dannato aereo verso Keflavik l'ho preso, da solo, cosciente, senza aiuti, e ora che dall'oblò vedo la brulla terra islandese, e il monitor segna cinque minuti all'atterraggio, mi viene da piangere, perché ce l'ho fatta, ci sono riuscito, sento l'ebrezza, l’adrenalina, l’emozione, ho vinto la paura, mi sono superato, e ora sono pronto, per vivere quest’avventura. y

csxqp: dimartino - "parto"

*o non voli e quindi non vivi pienamente, e ti accontenti di un’esistenza incompleta, o voli, e rischi, ma vivi la vita al massimo delle potenzialità.

domenica, agosto 05, 2012


è successo che mi sia trovato davanti alla possibilità di uscire di casa, lasciare l'appartamento che per tanti anni avevo condiviso con la famiglia e finalmente iniziare una nuova vita, da solo, in uno spazio tutto mio... di qui la necessità di traslocare e portare ogni cosa altrove... bè, semplice penserete, ma se vi dico che in tutta la mia vita non ho mai buttato niente ma anzi ho conservato qualsiasi cosa mi sia passata per le mani, collezionando inoltre le più disparate cianfrusaglie, allora vi convincerete anche voi che il trasloco poteva essere più complicato del previsto... tuttavia, messo alle strette, mi ero convinto di non aver veramente bisogno di tutti quegli oggetti, perché infondo la felicità non è nelle cose, e quindi il possederle non era così strettamente necessario... sarebbe stato sufficiente conservare i ricordi, le foto, i libri, i quadri, le cartoline, tutto ciò che parlava di me e lasciare il resto al proprio destino... però mi spiaceva gettare il superfluo, perché comunque poteva avere un valore, e tutto sommato a qualcuno poteva pure interessare, e così ho avuto un’idea: perché non sfruttare economicamente l’occasione? perché non utilizzare ebay? perché non mettere qualche annuncio e cercare di vendere quello che altrimenti sarebbe finito in pattumiera? e così ho fatto.

schede telefoniche, sorpresine kinder, boccali della birra, sottobicchieri, puffi, monete, banconote, occhiali, album delle figurine, penne, macchine fotografiche, cd, ricetrasmittenti, tazze, fumetti, mini 4wd, modellini, statuine swarovski, teli da mare, exogini, gadget della disney, console, tute, jeans, maglioni, t-shirt, bottiglie vuote, macinini, stemmi, toppe, francobolli, cartoline promozionali, micro machine, libri, piste e componenti polistil, slot, cartucce per stampanti, carte collezionabili, chitarre, tende, cravatte, mouse, adesivi, giornali, maglie da calcio, memorabilia, riviste, portafoto, mangiacassette, teiere, orologi, vinili, spille, cappellini, videogiochi, computer, mazzi di carte, macchine da scrivere, rulli... insomma, avete capito, ho messo in vendita di tutto.

ora, dopo oltre un anno, posso dirvelo: non potete immaginare il mondo che si nasconde dietro ebay e i suoi utenti. Dietro ogni oggetto un microcosmo fatto di siti, blog, forum, discussioni... e così vieni a sapere che un pupazzetto di plastica alto quattro centimetri vale 50 euro (quando tu lo volevi vendere a trenta centesimi), che le tartallagre non le vuole più nessuno, che per i puffi esiste un prezziario ufficiale, che i fumetti hanno subito una svalutazione pazzesca, che gli swaroski hanno nascosta una sigla semitrasparente per certificarne l’autenticità, che gli slot sono delle automobili con circuiti in rame e un motore elettrico, che le piste polistil hanno ancora un grande mercato, che la valutazione dei vinili è influenzata da infiniti fattori, che delle videocassette non ti libererai mai, e che infondo (quasi) tutto si può vendere... e dietro ogni utente una storia: chi ha uno scrigno pieno di exogini (del valore di circa diciassettemila euro), chi ha una stanza dedicata alle console, chi vuole fare un regalo all'amico amante delle ducati senza spendere troppo, chi colleziona boccali/bicchieri/sottobicchieri, chi ha la passione per gli aerei da guerra, chi cerca oggetti del milan prediligendo quelli delle partite viste allo stadio, chi si vuole dare un tono con una penna importante (anche se ci sono incise le tue iniziali), chi rimpiange gli anni ottanta e vorrebbe avere ora quello che non poté permettersi allora, chi cerca una macchina da scrivere come quella che usava il padre negli anni dell’infanzia, e così all’infinito… e dietro ogni utente un deficiente: gente indecisa, cui non interessa comprare, che temporeggia, che vuole l’oggetto ma non si fa più sentire, che ti fa solo perder tempo, che pone domande idiote, che non legge bene l’annuncio, che vuole altre foto, trattare sul prezzo, risparmiare sulla spedizione, incontrarsi ma senza troppo spostarsi, che vuole vedere, toccare, provare, annusare, e poi chi vuole solo dare giudizi, farti sapere la sua opinione, dirti che non venderai mai, che sei un folle… insomma, una massa di nullafacenti, perditempo, scassacazzi, che non hanno altro da fare che stressarti l’anima, e quindi meritarsi una sola breve coincisa sentita risposta: chupa!

al momento ho ancora attive una sessantina d’inserzioni, ma le vendite vanno a rilento, sarà colpa della crisi, o forse perché ho esaurito gli oggetti appetibili, ma non demordo, perché mi sono reso conto che il mercato è imprevedibile, e quello che ora nessuno vuole domani potrà avere successo, l’importante è avere pazienta, e molto spazio (magari in ufficio). Quindi, se volete buttare qualcosa, pensate a quanto vi ho detto, e se non siete del tutto convinti allora scrivetemi, vi libero io dal ciarpame, che poi forse non è proprio ciarpame, ma più probabilmente un tesoro, un piccolo tessoro, almeno per qualcuno. y

clxqp: jonathan carroll – “zuppa di vetro”