la prima sorpresa è che abbiamo i posti migliori: possiamo goderci il concerto stando in piedi difronte al palco. la seconda è che l'eta media è più bassa di quello che pensavo: certo non mancano quelli che erano già fedeli discepoli dylaniati negli anni sessanta, ma ci sono anche molti giovani. noi, comunque, mi pare che abbassiamo la media. la terza sorpresa è che il forum, pur non essendo completamente pieno, offre lo stesso un ottimo colpo d'occhio. di sicuro c'è più gente che ultimamente a vedere l'olimpia.
il cappello bianco non basta a nascondere che dylan non è più il tizio sfocato enigmatico imbronciato della copertina di blonde on blonde. la sua voce è invecchiata con lui, ma non è necessariamente un male: dal vivo è più che mai scura, sporca, graffiata, ruvida, e regala ai nuovi pezzi un'intensità molto particolare. però ci vogliono quattro o cinque canzoni prima di vederlo suonare l'armonica. visto che mi considero un grande armonicista incompreso, un talento puro secondo in effetti soltanto al vecchio bob, osservo bene tutti i suoi movimenti, dove inspira, dove soffia, e per quanto tempo, con l'idea che la prima cosa che farò una volta tornato a casa sarà quella di imboccare il mio fedele strumento e di ricreare la stessa magia.
a poco a poco ci si perde nelle canzoni: la voce di dylan è cartavetro, gratta via la zavorra dai pensieri, che si alzano da terra e iniziano a vagare, mescolando fantasia e futuro. fuggono e si attorcigliano tutti su questo mio presente di promesse da mantenere, che nel frattempo si ostina a battere il tempo con il piede.
poi improvvisamente parte like a rolling stone, e da sola vale il biglietto: stravolta nell'arrangiamento, devastata e irruvidita dalla voce, è quasi irriconoscibile. quasi, perchè parte il primo how does it feel del ritornello e il pubblico risponde e canta: sembrano tutti dire "era ora!".
perchè in effetti, bob, cazzo, vabbè promuovere l'ultimo album, però potevi farci qualche pezzo classico in più! passi blowin' in the wind che ormai immagino la odierai a morte ma una romance in durango, o una rainy day women #12 & 35, o una subterranean homesick blues potevi farcele. dovevi farmi i want you, perchè ci stava bene in questo mio periodo. honey i want you, so bad! bah, forse meno imbronciato del solito, ma enigmatico e sfocato io lo sono sempre...
ancora un paio di pezzi e il concerto finisce, e io e rob usciamo a cercare gli amici che non ce l'hanno fatta a entrare. il resto sono chiacchiere, e quando arrivo a casa sono ormai le tre e mezza. tutti dormono. troppo tardi per l'armonica: aspetterò domani per suonare. f